Tagore 
Al mattino gettai la mia rete nel mare. 
Trassi dall'oscuro abisso cose di  
strano aspetto e di strana bellezza
alcune brillavano come un sorriso, 
alcune luccicavano come lacrime, 
e alcune erano rosee 
come le guance d'una sposa. 
Quando, alla fine del giorno, 
tornai a casa con il mio bottino, 
il mio amore sedeva nel giardino 
sfogliando oziosamente un fiore. 
Esitante deposi ai suoi piedi 
tutto quello che avevo pescato. 
 
Lei guardò distrattamente e disse: 
« Che strani oggetti sono questi? 
Non capisco a che possano servire ». 
Chinai il capo, vergognoso, pensando: 
« Non ho lottato per conquistarli, 
non li ho comperati al mercato; 
non sono doni degni di lei ». 
E per tutta la notte li gettai 
a uno a uno sulla strada. 
Al mattino vennero dei viaggiatori; 
li raccolsero e li portarono 
in Paesi lontani.
 
 
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